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Agriturismo Maremma | Un'inno alla vita.

Agriturismo Maremma Caterina Bueno

Agriturismo Maremma | Sulle note della tradizione

Il termine Maremma, è stato per lungo tempo un nome comune. Si parlava, di maremme per indicare qualsiasi terreno costiero paludoso, compreso il suo tratto d’entroterra. Deriva da latino marittima, il cui significato non lascia dubbi e se ne capisce il perché; tuttora qualche anziano, lascia sfuggire una “maremma” laddove, oggi, si preferisce un più scientifico “ecosistema palustre”.

Ma col tempo si è arrivati ad una Maremma con la “M” maiuscola. La Maremma per antonomasia. La nostra Maremma. Vi vorrei parlare della sua complessa storia, delle sue figure mitiche tra butteri e briganti, delle sue tradizioni, delle sue dolenti e spesso tragiche fiabe, del suo lavoro. Ma quello che oggi voglio raccontarvi è qualcosa che l’ha resa ancor più celebre in tutto il mondo.

 

Agriturismo Maremma | Maremma Amara

Si dà quasi per scontato che la canzone popolare toscana più famosa d’Italia sia “Maremma Amara”. Ma che dico in Italia, nel Mondo. A cantarla si è scomodata addirittura la regina del fado portoghese, Amalia Rodrigues, forse per la sua forte affinità con le canzoni popolari della sua terra, facendola agriturismo-maremma-cantodiventare famosa dappertutto.

Il canto popolare è lo specchio di una terra; gli uomini e le donne vi ritrovano il senso dell’antica fanciullezza, la sua età dell’oro, i dolori, le passioni, le esperienze, le leggende.

La poesia Maremmana ed i suoi antichi canti popolari inquadrano gli uomini, le cose e la natura nella loro dura realtà, nel loro quasi completo isolamento dal resto dell’umanità.  Sono testi di grande immediatezza e ci comunicano il sentimento senza quegli indugi di forma che caratterizzano la poesia d’arte. Non necessitano di alcuna traduzione e ci colpiscono direttamente nell’animo.

 

Agriturismo Maremma | Una desolata canzone d’amore

agriturismo-maremma-amaraForse è per questo che “Maremma Amara” anche se non antica come sembrerebbe, pare sia stata scritta nei primi dell’ottocento dopo la prima bonifica, racchiude in se tutto il significato di una terra in cui gli uomini e le donne, prigionieri della palude, traevano la loro musa per i capelli, accontentandosi di trovare l’ispirazione alla loro poesia direttamente dalle cose familiari, dal mare, dalle piante, dall’amore, dalle case , dalle bestie, dalla terra selvaggia arrossata dai tramonti.

In “Maremma Amara” traspare quel sangue selvaggio di un tempo quando la vita era un’aspra lotta per la sopravvivenza. I suoi versi hanno un’ampio valore descrittivo ma racchiudono in sé un significato che ci arriva direttamente al cuore, pregno di nostalgia per l’imminente partenza del proprio amato.

Si perché in primo luogo è una desolata canzone d’amore cantata da una moglie, da una fidanzata, da un’amante del lavoratore andato a morire di malaria in una terra che pare spennare anche gli uccelli in volo. È una canzone di maledizione, perché chi andava a lavorare in Maremma sapeva di non tornare. Per farla breve è una canzone che parla dell’alternativa tra il morire di fame e il morire di malaria.

Ma benché si stata oramai cantata un po’ ovunque e faccia parte del repertorio di molti interpreti della canzone a partire da Nada, Riccardo Marasco, Ginevra di Marco, Gianna Nannini e molti altri, c’è stato un periodo in cui era andata persa nell’ oblio, rimasta nelle memore di pochi paesani, rischiando di andare perduta per sempre.

 

Agriturismo Maremma Caterina BuenoAgriturismo Maremma | Il retaggio di Caterina Bueno

Fu una giovane fiorentina dagli occhi grandi e dai capelli corvini che con la sua chitarra e la sua voce roca grattata dal fumo delle sigarette, trasferitasi in toscana, la riscoprì nei primi anni ’60. Si chiamava Caterina Bueno e da chi l’ebbe ad ascoltare la prima volta sono fiorite le leggende, dalla vecchia di Civitella Paganico al buttero in un’osteria di Grosseto, dal contadino di Arcidosso fino al minatore di Ribolla.

Da quei primi anni ’60 del XX secolo, la canzone ha cominciato prima il giro della Toscana, poi d’Italia e poi del mondo. La musica, le note della canzone intendo, invece probabilmente è antichissima. È una melodia che obbedisce a canoni musicali quattrocenteschi; più o meno nella stessa epoca, era stata utilizzata anche dal cantastorie Anton Francesco Menchi per il suo celeberrimo Canto dei Coscritti, quello che è più noto come Partirò, partirò; anch’esso riesumato, guarda caso, da Caterina Bueno.

 

Agriturismo Maremma | Ascoltiamo la musica di Maremma Amara

Ma questo in fondo non ci interessa poi così tanto, in realtà siamo fieri che quando si parla di musica Toscana, nell’immaginario collettivo, la prima melodia e le prime parole che sfiorano la memoria sono di Maremma Amara.

E allora eccola, nel suo testo originale cantata dalla grande Amalia Rodrigues la colonna sonora della nostra terra.

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Tutti mi dicon Maremma, Maremma…

Ma a me mi pare una Maremma amara.

L’uccello che ci va perde la penna

Io c’ho perduto una persona cara.

Sia maledetta Maremma, Maremma

sia maledetta Maremma e chi l’ama.

Sempre mi trema ‘l cor quando ci vai

Perché ho paura che non torni mai.

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