C’era una volta un’ antica specie di carro le cui ruote larghe e basse erano munite di punte di ferro in forma di sega che veniva tirato da bestie da soma sulle spighe del grano, per separare i chicchi dalla paglia. Una primitiva macchina il cui nome ha un’etimologia che richiama alla fatica ed al sudore: il Tribulum o più italianamente il tribolo. È da questo significato che deriva la parola che descrive il momento topico dell’estate contadina, la trebbiatura. Partire da giugno prima dell’introduzione della macchina, la trebbiatura era un vero e proprio rituale, con i suoi tempi, le sue modalità, i suoi canti.
Agriturismo Maremma | Ai tempi dei nostri nonni
Ai tempi dei nostri nonni, quando la tecnologia non era ancora venuta in aiuto dell’ uomo, si faceva tutto a mano. Si segava il grano con la falce e lo si legava in fasci chiamati balzi in attesa di essere trebbiati dalla tribbia a fermo. Spesso le parole che usiamo oggi per descrivere la nostra vita contengono nella loro essenza la descrizione stessa delle azioni e dei modi con i quali un tempo si operava. Mietitura ad esempio viene oggi usato per descrivere il processo di taglio e raccolta nei campi dei cereali maturi, operazione oramai del tutto meccanizzata ma che in un passato non troppo lontano veniva effettuata a mano ed il cui termine era “metere”, ovvero prendere a mano.
Ecco quindi che dopo la mietitura i balzi venivano portati nell’ aia, depositati sul terreno con le spighe rivolte verso l’interno, in modo da formare un rettangolo, che con il sovrapporsi degli strati diventava un parallelepipedo, chiamato barcone.
Agriturismo Maremma | La trebbiatura
I barconi venivano quindi tribbiati con una trebbia trainata da buoi che di solito muoveva i suoi meccanismi con quel mastodontico marchingegno di cinghie e pulegge che sin dal suo arrivo, catturava anche l’attenzione e la curiosità di numerosi bambini. Tutt’intorno, gli uomini forzuti senza tregua si davano un gran daffare, ognuno con la propria mansione: chi passava i covoni, chi li depositava nella trebbiatrice, chi raccoglieva nei sacchi i chicchi di grano che fuoriuscivano da un’imboccatura, chi scaricava le balle di paglia che venivano pian piano espulse e legate col filo di ferro e chi infine sistemava i preziosi e pesanti sacchi.
Agriturismo Maremma | Il coronamento dell’ anno rurale
Un lavoro che coinvolgeva tutta la famiglia e su cui era basata gran parte dell’ economia del podere. Tutti partecipavano comprese donne e bambini e spesso il lavoro si tramutava alla sera in una vera festa. Era comunque indubbiamente molto faticoso se non altro perché il lavoro veniva condotto nel periodo più caldo dell’ anno quando la temperatura era opprimente. Solo l’ombra di una quercia , non posta a caso nel bel mezzo del campo, dava un po’ di sollievo.
Agriturismo Maremma | Una festa della campagna
Oggi è tutto più facile e meno faticoso ma non per questo meno emozionante. È come la fine di una gravidanza durata nove mesi, che dopo il duro lavoro e le vicissitudini dell’ inverno chiude il cerchio dell’ anno rurale. Non a caso proprio in Maremma viene festeggiato un po’ d’ovunque con feste e sagre di paese per mantenere viva la tradizione di quello che una volta era un duro lavoro sotto il sole.
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